giovedì 7 maggio 2020

Il M5S mette l'Italia nelle mani della Cina comunista



Cominciamo con il dire che a causa dell'azione politica e geopolitica del governo presieduto da Giuseppe Conte (e di cui è un protagonista importante il Movimento Cinque Stelle), l'Italia è adesso un problema politico e strategico. L'Italia si sta dimostrando, appunto, il ventre molle dell'Occidente. Però, facciamo un passo indietro al 2018. Quando il presidente comunista cinese, Xi Jinping, ha rimesso in auge un’organizzazione, il Fronte Unito. è un fronte popolare di partiti minoritari, guidati dal partito comunista cinese. Oltre al partito comunista cinese, comprende otto partiti minori e la Federazione dell'Industria e del Commercio di tutta la Cina. È gestito dal Dipartimento del Lavoro del Fronte Unito (in cinese: 中共中央 统战部) del Comitato centrale del Partito Comunista Cinese. Il Fronte Unito è rappresentato insieme ad altre organizzazioni come sindacati, organizzazioni femminili e giovanili, ecc. nella Conferenza politica consultiva del popolo cinese. La sua attuale capo dipartimento è You Quan. Il Fronte Unito non ha alcun potere reale indipendente dal partito comunista cinese. I suoi leader sono per lo più selezionati dal partito comunista cinese, o sono essi stessi membri del partito comunista cinese. I partiti membri sono quasi completamente sottomessi al partito comunista cinese e devono accettare il suo "ruolo guida" come condizione per loro esistenza. Gli organismi che fanno parte del Fronte Unito sono:

    Comitato Rivoluzionario del Kuomintang (中国国民党革命委员会(ZH) )
    Lega Democratica Cinese (中国民主同盟(ZH) )
    Associazione di Costruzione Nazionale Democratica della Cina (中国民主建国会(ZH) )
    Associazione Cinese per la Promozione della Democrazia (中国民主促进会(ZH)
    Partito Democratico Cinese dei Contadini e dei Lavoratori (中国农工民主党(ZH)
    Partito della Cina per l'Interesse Pubblico (中国致公党(ZH) )
    Società 3 Settembre (九三学社(ZH) )
    Lega Autogovernativa e Democratica di Taiwan (台湾民主自治同盟(ZH) )
    Federazione dell'Industria e del Commercio di tutta la Cina (Zhonghua Quanguo Gongshangye Lianhehui)

L'unica ragione d'esistenza del Fronte Unito è nell'ingannare gli osservatori occidentali, dandogli una falsa idea di pluralismo, facendogli credere che la Cina non sia più uno stato comunista ed a partito unico. Il Fronte Unito è, unicamente, un apparato di propaganda diretto verso l'estero e finalizzato a convogliare il consenso dei politici e dei giornalisti socialisti e socialdemocratici occidentali. Il Fronte Unito ha risorse finanziarie illimitate, ha arruolato simpatizzanti in tutto il mondo in molti ambienti, dagli accademici ai giornalisti e ai politici. Questa rete fa sì che, quando viene criticata la Cina comunista, ci siano sempre accademici, anche in campo medico, e giornalisti anche autorevoli pronti a difendere la Cina, anche con articoli che dicono “non è il momento di fare polemiche o fare accuse, bisogna lavorare uniti” (non vi ricordano gli analoghi "appelli" di Conte, di Nicola Zingaretti, di Luigi Di Maio rivolti all'opposizione di centrodestra?). Una parte importante di questo apparato è stata dispiegata all’ONU, dove vale il principio che un voto vale uno. Cioè Andorra conta quanto gli Stati Uniti. Pechino ha legato a sé a paesi suoi debitori, soprattutto in Africa, che, come si dice, tiene per il collo e che votano come la Cina con la Cina. Ha stretto alleanze con governi che vanno dalla Russia al Venezuela e alla Siria, che votano con la Cina. Si è assicurata, come abbiamo già visto, un comunista etiope come presidente dell’Organizzazione mondiale della sanità. Verso l'Italia la Cina comunista ha dispiegato una decisa azione di propaganda, trovando sponde politiche nel Movimento Cinque Stelle,  nel Partito Democratico di Zingaretti e nel partito di Matteo Renzi, Italia Viva. Sappiamo che, ad esempio Renzi, è andato in Cina. Non solo ci sono giornalisti italiani, ma anche accademici sempre pronti a difendere la Cina comunista. In Australia, dove si è andati a fondo, si sono scoperti molti scienziati che sono a Pechino. In Italia c’è stata e c'è una penetrazione nel mondo politico senza eguali tra i grandi paesi occidentali. Pensiamo alle cene, a novembre del 2019, di Beppe Grillo con l’ambasciatore di Pechino a Roma Li Junhua. Alle lodi che sempre Grillo fa al governo comunista cinese ogni volta che può sul suo blog. Alle visite che il ministro degli esteri Di Maio ha fatto in Cina. La comunione d’intenti tra il M5S e la Cina comunista è impressionante: il M5S (così come il governo presieduto da Conte), infatti, prende a modello organizzativo e politico il governo comunista di Xi Jinping. Sul blog grillino era stato pubblicato un  articolo  nel quale i centri di rieducazione attraverso il lavoro dello Xinjiang, dove sono stati incarcerati senza processo 1,8 milioni di  persone di etnia uiguri, sono stati definiti "centri di formazione professionale". Anche per quel che riguarda le proteste di Hong Kong, il M5S si è dimostrato un fedele alleato del partito comunista cinese. Infatti, il ministro Di Maio aveva affermato che "noi in questo momento non vogliamo interferire nelle questioni altrui e quindi, per quanto ci riguarda, abbiamo un approccio di non ingerenza nelle questioni di altri Paesi".  Però, ad essere importante, è soprattutto una lettera aperta al Fatto Quotidiano scritta da un esponente di punta del M5S: Alessandro Di Battista. L’Italia – osserva Di Battista – vanta “un rapporto privilegiato con Pechino che, piaccia o non piaccia, è anche merito del lavoro di Di Maio”. Di Battista aggiunge che il prossimo futuro riserverà mutamenti epocali degli equilibri internazionali: “la Cina vincerà la terza guerra mondiale senza sparare un colpo”. La Cina, prosegue Di Battista, uscirà meglio di ogni altra potenza dalla crisi covid-19, anche sotto il profilo dell’immagine: “la Cina ha utilizzato al meglio il soft power, è riuscita a trasformare la sua immagine da untore ad alleato”.  Una tattica come questa evocata dall’esponente M5S  trasforma l’Italia nel cavallo di Troia della Cina comunista in Europa. Oltre che una strumentalizzazione indifendibile è, questo, un grave ridimensionamento per l’Italia, che diventerebbe pedina del governo comunista cinese nel quadro dei giochi politici in Occidente. Appare sinistra, in questo senso, l’asserzione di Di Battista secondo cui “la Cina vincerà la terza guerra mondiale”, in quanto ila Cina mira a stabilire sull'Italia una forma di dominio, si propone di imporvi il proprio modello politico e sociale. Si allude anche, probabilmente, all’idea di vendere parte del debito pubblico italiano alla Cina comunista e di fatto si prospetta la trasformazione dell’Italia in una colonia cinese. Tenuto conto di questa circostanza, appare grave che il M5S guardi a Pechino come punto di riferimento. Era dal crollo dell’Unione Sovietica che una forza politica italiana non guardava ad uno stato - canaglia comunista come modello e alleato. Questa infatuazione del M5S per il “modello Cina” costituisce una grave regressione del livello della politica italiana cui noi anticomunisti guardiamo con preoccupazione. 

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