mercoledì 6 maggio 2020

Julius ed Ethel Rosenberg erano colpevoli.



l’11 febbraio del 1952 il presidente statunitense Dwight Eisenhower non concedere la grazia a Julius ed Ethel Rosenberg, rendendo così inevitabile la loro esecuzione. I coniugi Rosenberg erano stati condannati alla pena capitale nel 1951, con l’accusa di essere spie al servizio dell’Unione Sovietica, per aver rivelato ai sovietici importanti segreti militari, tra cui alcuni segreti nucleari. Furono giustiziati nel 1953, nonostante la campagna internazionale di molti intellettuali di fede marxista di spicco dell’epoca; una campagna internazionale senza precedenti, indubbiamente orchestrata dai partiti comunisti europei, cosa che non avveniva per gli altri “semplici” condannati. C'erano Jean-Paul Sartre, Bertold Brecht, Frida Khalo e Diego Rivera. Questo metodo, se allora non sortì effetti, se non quello di instillare un'errata convinzione di innocenza dei Rosenberg nell’opinione pubblica mondiale, è stato reiterato nei decenni successivi: gli intellettuali di sinistra hanno firmato manifesti ogni volta che un comunista è accusato. Riprendiamo il discorso principale. Julius Rosenberg nato nel 1918, aderisce alla Young Communist League durante gli anni dell’università, ai tempi difficili della Grande Depressione, mentre lei, Ethel Greenglass, nata nel 1915, si iscrive alla stessa associazione nel 1936, dove conosce Julius. I due si sposeranno nel 1939. La vicenda inizia nel 1949, quando gli Stati Uniti appresero che l’Unione Sovietica aveva effettuato dei test nucleari. Il giornalista americano Alvin Goldstein, in un documentario sui Rosenberg, disse: Il fungo radioattivo in Siberia indicava che il segreto [sulla bomba atomica] era stato rubato sotto il naso dell’FBI. I piani per realizzare l’ordigno nucleare, perciò, potevano essere arrivati all’URSS solo attraverso qualche spia infiltrata nei Los Alamos Laboratory, dove si studiavano, fin dal 1942, le armi nucleari. Venne fuori che Julius Rosenberg aveva fornito ai sovietici informazioni su progetti aeronautici statunitensi, ma soprattutto è strettamente legato a David Greenglass, convintissimo filo-comunista e fratello della moglie, Ethel, che lavorava proprio al progetto segreto Manhattan ai Los Alamos Laboratory. “Ha predicato il comunismo ovunque, anche nei laboratori di Los Alamos, cercando di convincere i propri colleghi e addirittura le guardie che prima o poi sarebbe giunta una società utopica, priva di miserie e ingiustizie”, scrisse il New York Times parlando di David Greenglass. David Greenglass, arrestato il 15 giugno 1950, collabora con gli investigatori, ed è proprio lui ad accusare il cognato, e molti altri, mentre addossa alla sorella solo un ruolo minore, di semplice “conoscenza” delle attività del marito. Il 17 luglio viene arrestato Julius Rosenberg. Intanto, in un successivo interrogatorio Greenglass afferma che Ethel è in realtà una parte attiva nella rete di spionaggio. Grazie a questa testimonianza la donna viene arrestata l’11 agosto 1950, mentre Greenglass ottiene che sua moglie Ruth non venga indagata, e per sé una condanna a quindici anni di reclusione. L’arresto di Ethel Rosenberg, nell’ottica degli inquirenti, sarebbe dovuto servire a convincere il marito a collaborare. Invece, durante il processo i Rosenberg si appellarono al quinto emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, e non risposero a nessuna domanda. Soprattutto non fecero nomi. I riscontri dettero, in ogni caso, esito favorevole, così come le testimonianze, e il 29 marzo 1951 Julius ed Ethel Rosenberg furono dichiarati colpevoli di spionaggio. Così come affermò il giudice Irving Kaufman al momento della sentenza, “questi due cospiratori hanno rubato le più importanti informazioni scientifiche per consegnarle nelle mani dell’Unione Sovietica”. Il giudice Kaufman decise per la pena capitale. Non era priva di fondamento l’obiezione della difesa secondo cui la pena di morte per spionaggio era consentita solo in tempo di guerra, ma Kaufman motivò, giustamente a nostro parere, la sentenza riferendosi, a nostro parere giustamente, ai soldati caduti nella guerra di Corea: “Considero il vostro crimine peggiore dell’omicidio … Credo che la vostra condotta, nel mettere in mano ai Russi la bomba atomica, anni prima che i nostri migliori scienziati prevedessero che la Russia avrebbe perfezionato la bomba, ha già causato, a mio avviso, l’aggressione comunista in Corea, con le risultanti vittime che superano i 50.000 (morti)…”. La dimostrazione che tutte le prove erano convincenti, fu nel fatto che il presidente americano Dwight Eisenhower respinse senza esitazioni ogni richiesta di grazia, da chiunque provenisse. Negli Stati Uniti nessuna voce, se non quella del settimanale National Guardian, si levò a difesa dei Rosenberg, né dall’Unione Americana per la libertà civile, né da alcuna organizzazione ebraica (i Rosenberg erano entrambi di origine ebraica): il comunismo era ritenuto giustamente un pericolo reale per la vita civile statunitense. Per molti anni, vari esponenti di sinistra dubitarono delle reali colpe dei Rosenberg, sostenendo che gli Stati Uniti uccisero una coppia innocente. Però, negli anni Novanta, venne alla luce il progetto Venona, della fine degli anni Quaranta. i servizi speciali americani riuscirono a impossessarsi dei codici segreti delle spie sovietiche. Un’operazione che permise di smascherare diverse spie. Fra loro c’era anche Klaus Fuchs, il fisico tedesco considerato la più grande mente teorica dopo Albert Einstein, arrestato nel 1950 dagli agenti di Scotland Yard con l'accusa di aver ceduto all'Unione Sovietica i segreti della bomba atomica e della bomba all'idrogeno. Collega di lavoro e amico di molti scienziati americani che lavoravano al progetto Manhattan, Fuchs svelò a Mosca i progressi scientifici realizzati dagli americani. Una mossa che nel 1949 - a soli quattro anni di distanza da Hiroshima e Nagasaki - aveva aiutato i sovietici a infrangere il monopolio nucleare statunitense. Nel 1995, quando i documenti del progetto Venona vengono resi noti, quello che risulta è un coinvolgimento sicuro di Julius Rosenberg nella rete di spionaggio a favore dell’URSS, e la limitata partecipazione di Ethel. Altrettanto certo è il ruolo rilevante di David Greenglass, che nel 2001 ha ritrattato parte di quanto affermato nel corso del processo. L’uomo ha passato giusto una decina d’anni in carcere, poi è stato rilasciato e ha condotto una vita normale con un nuovo nome (ma un giornalista lo ha poi rintracciato). Nel 2008, Morton Sobell, ex ingegnere di General Electric, anch’egli condannato per spionaggio nel 1951, confessò di aver agito come agente sovietico insieme a Julius Rosenberg. Mentre, nel 1995 sul Los Angeles Times l’avvocato americano Alan Dershowitz definì i Rosenberg dei “criminali colpevoli”, citando a sostegno della propria tesi delle conversazioni avvenute con alcuni avvocati che avevano partecipato al processo. Alla fine della storia si può dire e pensare di tutto, però l'unica cosa che non si può dire o pensare è che sia stata una "caccia alle streghe". L'anticomunismo non è una "caccia alle streghe". Non lo era allora, non lo è oggi.Il comunismo è e sarà sempre un pericolo per ogni società civile democratica e liberale.

Nessun commento:

Posta un commento