lunedì 11 maggio 2020

Il governo degli incompetenti e il comitato tecnico-scientifico ammazzeranno i ristoranti italiani



Le raccomandazioni sanitarie, la chiusura delle aziende, le restrizioni alla circolazione, il dibattito sull’uso delle mascherine, le valutazioni sui test sierologici. E ora le regole per stabilire l’inizio della “fase due”. Per ciascuno dei provvedimenti adottati fino ad oggi, Palazzo Chigi si è mosso consultando e ascoltando le indicazioni del Comitato tecnico-scientifico. Un organismo entrato nelle case degli italiani attraverso telegiornali e conferenze stampa. Si tratta di un cenacolo di scienziati assortiti che sapranno anche ogni cosa del coronavirus, ma, che chiamati a decidere come e quando riaprire le attività imprenditoriali, dimostrano di non capire niente di economia e di mercato. Ci diranno che si tratta di scienziati, e non di economisti. Questo è vero. Però, la medesima incompetenza in materia di economia e di mercato la dimostra anche il governo Conte, e la dimostrano anche i partiti che lo sostengono, ossia il Partito Democratico ed il Movimento Cinque Stelle. Perché solo un'assoluta incompetenza in materia di economia e di mercato può spingere sia il governo che il Comitato tecnico-scientifico a condizionare la riapertura dei ristoranti all'adozione nei locali di Pannelli in plexiglass, totem per misurare la temperatura corporea, dispenser per il gel disinfettante, menù virtuali, mascherine e guanti. Appare chiaro che sia gli esponenti del governo Conte che gli scienziati del Comitato tecnico-scientifico sono totalmente distaccati dalla realtà. Altrimenti, saprebbero che quasi nessun cliente sano di mente andrebbe a pranzo o a cena concepite come relax e divertimento sottoponendosi ad un rituale lunghissimo e snervante. Si comincia con la misurazione della febbre, si continua con la disinfezione per mani e piedi; con l'obbligo d'indossare la maschera facciale, i guanti e la visiera; con il pranzare o cenare a tavoli divisi a metà da dei divisori in plexiglas simili a quelli del parlatori di un carcere di massima sicurezza. Se il governo ed il Comitato tecnico-scientifico adotteranno queste misure condanneranno a morte sicura la quasi totalità del settore della ristorazione. Infatti, sia il governo che questo Comitato sono completamente digiuni di qualsiasi nozione di che cosa siano l'economia ed il mercato. Altrimenti, saprebbero che offerta e domanda devono incontrarsi e che se non si incontrano allora comincia una crisi recessiva dagli esiti potenzialmente catastrofici. Questi sono i "fondamentali" dell'economia politica e passi che gli scienziati non li conoscano, però dei politici, come i piddini ed i pentastellati che hanno la presunzione di governarci, dovrebbero avere sulla punta della lingua queste nozioni. Questo governo di piddini e di pentastellati si sta dimostrando una volta di più una congrega di statalisti, completamente incompetenti riguardo al mercato ed ai suoi meccanismi della domanda e dell'offerta. Però, loro mica la conoscono la realtà del mercato, loro sono boiardi di stato. A loro non interessa se un ristorante riuscirà ad affrontare i costi degli adeguamenti alle procedure. Così, come sempre ai boiardi del governo e del Comitato non importa se i clienti accorreranno o meno. Loro sono boiardi di stato, sono stipendiati grazie alle tasse di noi cittadini e non si preoccupano delle imprese. Loro dettano delle direttive astratte e disancorate sia dalla realtà delle imprese che delle persone e dicono: o le applicate o non aprite. Questo è un classico ragionamento di quegli statalisti, di quei comunisti, di quei socialisti che quando disgraziatamente prendono il potere mandano in dissesto l''economia. A questo punto, qualche militante piddino o pentastellato che ragiona con la testa dei suoi dirigenti invece che con la propria dirà: "C'è l'epidemia!". Già, peccato che parecchie terapie intensive siano ormai chiuse. Perciò, queste assurde misure per questa falsa "ripartenza" o vengono scelte per incompetenza o per totale disprezzo dell'economia di mercato. Non è un caso che le misure scelte dal governo italiano per questa finta "ripartenza" sian le stesse adottate a Wuhan e nel resto della Cina comunista. A causa di queste misure disgraziate nel settore della ristorazione italiana si rischierà un tasso di fallimenti altissimi. Il  rischio è che sopravvivano soltanto le grandi catene e che a morire sia la gastronomia nazionale. A nostro parere le cosiddette misure protettive vanno abrogate immediatamente (ritornando allo status quo ante lockdown, in cui le sole misure erano il numero di persone presenti negli esercizi commerciali ed il distanziamento di un metro), lo stato d'emergenza va revocato ed il Comitato tecnico-scientifico va rispedito a casa. Soltanto questo può rivitalizzare il mercato. Si ricordi il governo che la strada su cui si è incamminato e sulla quale sta spingendo il Paese finisce contro il muro del fallimento dell'economia nazionale.

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